___ Autodiagnosi della bronchite cronica ___
L’enfisema è una malattia del polmone caratterizzata da rottura dei setti interalveolari e dilatazione degli spazi aerei alveolari. Si manifesta con dei sintomi di solito dopo i 50 anni, ma i danni sul polmone sono iniziati molto prima e per questo è importante una ricerca attiva della malattia nei soggetti a rischio. La difficoltà diagnostica sta nel fatto che i sintomi sono spesso imputati solo all’invecchiamento, oppure vengono ritenuti “normale” conseguenza del fumo per questo la diagnosi è spesso tardiva quando la malattia, che è irreversibile, è già molto avanzata ed è entrata a far parte della BPCO (BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva,).
___ Come agisce l’enfisema: la fisiopatologia ___
Ha due conseguenze fisiopatologiche:
- I setti interalveolari costituiscono l’impalcatura del polmone e con la loro elasticità assistono l’espirazione. La loro rottura ostacola la fuoriuscita dell’aria dal polmone, causando intrappolamento aereo e peggiorando la dilatazione alveolare. L’intrappolamento aereo è la base per la comparsa di fatica respiratoria (dispnea).
- La dilatazione degli alveoli, che normalmente sono piccoli, aumenta la distanza tra l’aria, che contiene l’ossigeno, ed i setti interalveolari, dove si trovano i capillari che contengono il sangue che deve accogliere l’ossigeno, rendendo difficoltoso lo scambio gassoso. L’alterazione dello scambio gassoso causa la difficoltà a rifornire di ossigeno il sangue (ipoossiemia).
___ Cause principali ___
La causa principale è il fumo (qualsiasi tipo di fumo) e l’inalazione di sostanze irritanti, come gli inquinanti (sia quelli atmosferici che quelli occupazionali). Esistono forme più rare di enfisema su base genetica (deficit di un enzima protettore del polmone: l’alfa1 antitripsina).
___ I sintomi dell'enfisema___
• Dispnea: la fatica a respirare è il sintomo più frequente ed importante e, nei casi più gravi, limita pesantemente le attività quotidiane del paziente.
• Tosse, con o senza produzione di catarro.
___ Diagnosi e valutazione clinica ___
In presenza di fattori di rischio (fumo o esposizione ad inquinanti) e sintomi compatibili (dispnea e tosse) la diagnosi si basa su:
- Esame obiettivo durante la visita
- Esami di Funzionalità Respiratoria: la spirometria che documenta un deficit di tipo ostruttivo che migliora poco dopo terapia broncodilatatrice. Il quadro funzionale respiratorio può essere completato dalla pletismografia corporea che documenta l’intrappolamento aereo, dal DLCO che studia l’alterazione dello scambio gassoso. L’emogasanalisi arteriosa evidenzia l’eventuale presenza di insufficiente ossigeno nel sangue (ipoossiemia) o eccessiva presenza di anidride carbonica (ipercapnia) ed è necessaria per la prescrizione dell’ossigenoterapia domiciliare. Il test del cammino è molto utile per valutare la capacità funzionale di un paziente e per monitorare la riabilitazione.
- Esami radiologici: solo la TC Torace ad Alta Risoluzione, senza necessità del mezzo di contrasto, può dare la certezza della diagnosi di enfisema polmonare, oltre ad essere utile per individuare precocemente un concomitante tumore polmonare (il tumore polmonare condivide con l’enfisema il fattore di rischio fumo ed inalazione di altre sostanze irritanti).
___ Trattamento e gestione terapeutica ___
Cessazione del fumo:
è il cardine della terapia. L’enfisema è una malattia cronica, progressiva e non reversibile (i setti interalveolari rotti non si possono “aggiustare”): SMETTERE DI FUMARE SIGNIFICA TOGLIERE IL PIEDE DALL’ACCELERATORE che fa progredire la malattia e prima si fa meglio è.
Le vaccinazioni contro le infezioni respiratorie:
(Influenza, CoViD, Virus Respiratorio Sinciziale, Pneumococco) sono fondamentali perché queste malattie fanno progredire l’enfisema e, nei casi di enfisema più grave possono essere mortali o comunque richiedere il ricovero ospedaliero, anche in terapia intensiva.
La terapia inalatoria:
i broncodilatatori riducono per quanto possibile l’ostruzione bronchiale, ma non possono eliminarla completamente.
La riabilitazione:
cerca di mantenere una buona autonomia del paziente malgrado la fatica a fare gli sforzi. Più precocemente inizia e più a lungo mantiene una buona autonomia del paziente. L’inizio è in autonomia, modificando lo stile di vita: praticare una attività motoria costante (30 minuti al giorno per 5 giorni alla settimana o attività per almeno 2:30 ore alla settimana). La riabilitazione non solo migliora la qualità della vita, ma riduce riacutizzazioni ed ospedalizzazioni ed allunga l’attesa di vita dei pazienti.
Ossigenoterapia:
Terapia sostitutiva alfa1 antitripsina:
In caso di deficit di alfa1 antitripsina provato geneticamente c’è la possibilità della terapia sostitutiva, con periodica somministrazione endovena dell’enzima.
Terapia delle riacutizzazioni:
gli episodi di “bronchite acuta” o di broncospasmo si possono sovrapporre all’enfisema peggiorandone i sintomi e vengono curati con antibiotici e cortisonici per via sistemica (per bocca o endovena).


